Storie di vita e lavorative, per celebrare la donna.

6 Febbraio 2025

Torna il consueto appuntamento con UNA è femminile, la rubrica che valorizza le numerose eccellenze femminili di Gruppo UNA. Parliamo di oltre 500 colleghe che, ogni giorno, si impegnano con passione affinché i nostri ospiti trascorrano soggiorni confortevoli e personalizzati, di lavoro o di piacere, nelle più belle destinazioni d’Italia.    

Ma non dilunghiamoci troppo… Diamo il benvenuto alla nuova protagonista di UNA è femminile: Susanna Franz, Sales Manager che lavora presso la sede direzionale di Gruppo UNA a Milano.

 

Benvenuta Susanna, di cosa ti occupi attualmente in Gruppo UNA?

Quando racconto ad amici e conoscenti che mi occupo di vendite per una catena alberghiera, mi sento spesso chiedere: “E che cosa vendi?!”. La mia risposta è sempre la stessa: “Accoglienza!”. La mia missione, che poi rispecchia quella dell’intera catena alberghiera, è far sentire gli ospiti a casa anche quando si trovano lontano da casa. Non è una frase fatta, bensì una vocazione: qualcosa che devi avere dentro di te, non puoi impararla. In particolare, poi, cerco di far stare bene chi viaggia, soprattutto per lavoro, proponendo alle loro aziende soluzioni che possano portare un risparmio e fornendo loro assistenza.  

Qual è la parte più bella del tuo lavoro?

Avere a che fare con le persone, instaurare con loro un rapporto di fiducia e di stima reciproca.

E quella più complicata?

A volte, tra me e me, mi capita di pensare: “Questo cliente ha perfettamente ragione!”. Ma non posso certo dirglielo...

Fuori dal lavoro, hai degli hobby o delle passioni in particolare?

Adoro la musica, soprattutto quella rock. Andare ai concerti, per me, è una medicina per l’anima. Mi piace lo sport e, in particolare, il basket; condivido i colori biancorossi di Pallacanestro Reggiana, di cui UNA HOTELS è Main Sponsor, ma della mia città. [Olimpia Milano, ndr]. Appena posso, mi immergo nella natura, camminando nei boschi o campeggiando in montagna, specialmente nelle vicinanze dei fiumi.

Se potessi descriverti con tre aggettivi, quali sarebbero?

Determinata, sensibile e altruista... Almeno così dicono gli altri, parlare di me mi imbarazza sempre.

Se potessi descrivere la tua azienda con tre aggettivi, invece, quali sarebbero?

Solida, attenta e complessa.

Che consiglio daresti a una giovane donna che si approccia al settore dell’ospitalità per la prima volta?

Il mio consiglio è quello di essere umile e di non pensare che ricoprire posizioni meno manageriali sia una perdita di tempo. Ma anche vivere e conoscere l’albergo in tutte le sue parti, dimostrarsi curiosi, parlare con i colleghi, fare domande senza avere paura di essere giudicati. Azioni necessarie e fondamentali per conoscere nel dettaglio l’hotel in cui o per cui si lavora, quasi come se fosse casa propria. E chi non vorrebbe fare star bene gli ospiti in casa propria?

A livello professionale ti sei mai dovuta scontrare con pregiudizi legati all’essere donna?

Fortunatamente non mi è mai capitato, anche perché il nostro settore ha un’alta presenza di quote rosa. Nel mio ambito di riferimento, tra l’altro, mi capita spesso di avere a che fare più con donne che con uomini.

Per raggiungere la parità di genere in Italia c’è ancora molta strada da fare. Quali misure, secondo te, potrebbero essere adottate dalle aziende per garantire la gender equality o per andare incontro ai bisogni e alle esigenze di professioniste donne?

Credo siano lontani i tempi in cui, durante un colloquio di lavoro, veniva chiesto a una donna se intendesse crearsi una famiglia o avere figli. Le nuove generazioni sono molto più aperte mentalmente e circondate da contesti differenti in termini culturali, a tal punto che non sarà nemmeno più necessario porsi certe domande. Ritengo, invece, che le aziende debbano attuare maggiori misure di tutela e aiuto nei confronti di chi manifesta esigenze particolari o vive situazione di difficoltà, come caregiver o genitori con bambini piccoli, indipendentemente dal loro genere.

 

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